Nel corso degli anni il marketing si è evoluto seguendo il passo della tecnologia digitale e dei nuovi media. Allo stesso modo è cambiato l’approccio per vendere a nuovi clienti: non più giocando sul piano della concorrenza sul prodotto rispetto ai competitor, ma cercando nuove strade per attirare il cliente verso il brand. Questa evoluzione ha creato un sistema di nuove tattiche per veicolare efficacemente il messaggio commerciale, dando vita ad un nuovo modo di fare marketing: un marketing non-convenzionale.
L’effetto stupore
Il termine marketing non-convenzionale appare per la prima volta a metà degli anni 2000, a identificare un nuovo approccio basato su strategie comunicative nuove che devono bilanciare una sempre minore efficacia dei messaggi pubblicitari tradizionali. Le persone sono ormai abituate – e indifferenti – alle solite ripetitive pubblicità senza nessun elemento di originalità. Ecco allora che si cominciano a sperimentare metodi alternativi per veicolare messaggi generando stupore nelle persone. Un effetto Wow! che porta allo straordinario vantaggio di produrre un effetto WOM – Word of Mouth – ovvero il passaparola.
Grazie a internet questi messaggi riescono a filtrare all’interno di spazi che il marketing convenzionale non potrebbe raggiungere. I forum, i gruppi Facebook, le chat di messaggistica. È il potere della viralità in mano agli utenti che determina il successo di una campagna sui generis. I social network agevolano questo passaggio sulla rete amplificando la portata.
Guerrilla marketing
Un esempio perfetto di marketing non-convenzionale è il guerrilla marketing. Non ha a che vedere con scontri stile hooligans. Ma sfrutta al massimo l’effetto sorpresa per dare visibilità all’iniziativa. La reazione delle persone a questi stratagemmi è sapientemente studiata per essere poi diffusa in rete. Il resto lo faranno gli utenti che condividono il contenuto. Spesso, come avviene per grosse campagne pubblicitarie – vedi McDonald’s Vs Burger King – queste iniziative vengono ciclicamente ripescate a distanza di anni e rimbalzano su testate e siti di informazione online.
Buzz marketing
Buzz, parola onomatopeica, tradotta letteralmente vuol dire ronzio: un passaparola ad alta frequenza. Riguarda tutte quelle attività di marketing online e offline che hanno lo scopo di innescare e amplificare conversazioni attorno a brand, prodotti e servizi. Consiste nel fornire a utenti di un gruppo omogeneo per interessi, un argomento di conversazione al fine di parlare del brand o di un’iniziativa, facilitando la discussione nel gruppo. Vediamo che il passaparola è quindi l’elemento centrale.
Street marketing
Questo genere di attività si effettuano per le strade cittadine e coinvolgono dei performer. La spettacolarizzazione mette al centro della scena le persone comuni, rendendole protagoniste di un’esperienza generata dal brand. È un’azione che si concentra in un punto dove c’è grande passaggio di pubblico e l’eco della performance può facilmente rimbalzare online. Il flash mob è un esempio tipico di street marketing.
Conclusione
Il marketing non-convenzionale si può adattare a qualunque tipo di azienda. Non esiste un settore più adatto di un altro a per questi stratagemmi. Bisogna però essere pronti ad un eventuale effetto negativo sugli utenti, generato dal messaggio. Ricordiamoci che al centro della strategia c’è il cliente: questo potrebbe interpretare in modo imprevisto il nostro messaggio oppure un ristretto gruppo di persone potrebbe generare un messaggio negativo rivolto al brand o al prodotto. L’unico modo per scoprire se questo sistema funziona per la una realtà aziendale è testare e verificare il risultato.